Ghost. Memory, Desire, Power and Loss. Rossmut Gallery, Rome.

Anila Rubiku, Effacing memory, 2014 Installation view, Rossmut Gallery, 2017, Rome, Italy © Copyright 2020

Almost all dictators collected art. They all seemed to need to show that they had artistic sensibilities and weren’t simply murdering psychopaths. Hitler, Stalin, Hoxha the list of dictatorial collectors is endless. Can art fight back? This project, using video and erasing etchings, creates their images and then effaces them; removes them and their memory they hoped to keep alive through their collections.


03.05.2017 – 30.06.2017
Ghost. Memory, Desire, Power and Loss.
Gallery Rossmut, Rome. Italy.
Curated by Elisa Fulco e Antonio Leone.

La Galleria Rossmut di Roma ospita dal 3 Maggio sino al 30 Giugno la collettiva GHOSTS: MEMORY DESIRE POWER AND LOSS, a cura di Elisa Fulco e Antonio Leone, in cui le tre artiste invitate, Chiara Fumai, Agne Racevicute e Anila Rubiku raccontano attraverso tre installazioni site specific il valore fantasmale delle loro opere, sospese tra memoria, sogno e discesa nell’inconscio.

I fantasmi che si aggirano tra le opere delle artiste in mostra, prendono la forma degli spiriti femminili evocati nelle sedute medianiche da Chiara Fumai nel video “The Book of Evil Spirits”; del personaggio immaginario creato da Agne Racevicute, nel progetto per capitoli “Schutriebe”, sospeso tra realtà e finzione, tra scrittura conscia e inconscia; o ancora dei volti cancellati dei dittatori nelle incisioni e nel video di Anila Rubiku, Effacing Memory e delle maschere mortuarie nell’installazione “This is the end… my Friends”, in cui ghost è anche il nome del monotipo utilizzato dall’artista, il disegno stampato come esemplare unico che si esaurisce man mano che viene meno l’inchiostro.

Le opere esposte funzionano come veri e propri dispositivi narrativi, in cui lo spettatore è invitato a ritrovare un senso e un significato a lavori che con linguaggi diversi (disegni, collage, incisioni, video e fotografie) affrontano il tema del potere e della memoria, del carattere illusorio di ciò che si tramanda e di tutto quello che, apparentemente cancellato, o non identificato, continua ad agire nel presente, sotto traccia.

Chiara Fumai presenta il video The Book of Evil Spirits (2015), l’installazione Other Oracles e due nuovi collage, in cui le medium incarnano la forza rivoluzionaria del potere femminile.
In particolare, Eusapia Palladino, la più nota medium del Novecento, consultata da potenti e da intellettuali, è scelta dall’artista come musa, esempio di figura proto femminista in grado di mettere in scacco scienza e sopraffazione maschile attraverso le lettere e i messaggi dall’al di là. 

Il video è una sorta di catalogo delle performance di Chiara Fumai, nonché un omaggio alle figure femminili marginali, che hanno segnato cambiamenti e rivoluzioni sociali, rendendo visibile e accettabile la loro diversità: dalla scrittrice e attivista Ulrike Meinhof, alla donna barbuta Annie Jones, alla filosofa Carla Lonzi.

Agne Racevicute presenta il progetto in fieri Schautriebe, la cui parola usata per la prima volta da Freud mette insieme il voler vedere di SCHAU con l’istinto bestiale di TRIEBE, dalla cui unione deriva la pulsione scopica e la “vista inconscia” che ci rende attori inconsapevoli della nostra storia. Nata come performance per capitoli, Schautriebe racconta, attraverso disegni e fotografie, la discesa nelle tenebre del carattere/personaggio messo in scena dall’attrice Silvia Costa, sorta di figura totemica, i cui pensieri sono mostrati in disegni e fotografie in bianco e nero, cartografie di un mondo onirico di cui a tentoni si traccia l’iconografia.

Anila Rubiku presenta, per la prima volta in Italia, l’installazione Effacing Memory (2013) composta da 12 incisioni di ritratti di dittatori (Hitler, Stalin, Mussolini, Mao etc.), tutti accomunati dalla passione collezionistica per l’arte come garanzia di sopravvivenza e di memoria della propria storia. L’artista, attraverso la cancellazione dell’immagine del dittatore, documentata nell’omonimo video, mira a riusare l’arte come strategia per farne perdere la memoria, per togliere peso e valore a personalità da dimenticare, in linea con altre storie di cancellazioni che appartengono alla storia dell’arte. Inoltre, sono esposti in mostra 12 monotipi che compongono l’installazione “This is the end…. my Friends”del 2016, che reinterpreta le maschere mortuarie viste dall’artista all’Israel Museum di Gerusalemme nel 2013, risalenti a 9000 anni fa e provenienti dal deserto giudaico.
Una riflessione sulla distorsione che il tempo opera nella visione, in cui le maschere sono ricostruite a memoria sull’onda emotiva generata dal ricordo e dall’incontro con le opere d’arte.